INDAGINE DI ALLIANZ

Senza riassumere tutta la storia di questa disavventura che ci ha tormentato per diversi giorni metto solo il finale, grazie ad una telefonata di Tavernelli all’Allianz.

Questo è l’epilogo.
Cari colleghi forse siamo sulla dirittura di arrivo.
Dopo la telefonata di Tavernelli all’Allianz si sono chiarite alcune core:
1) Allianz ha mandato il questionario indistintamente a tutti pur sapendo che alcune nazioni hanno un servizio sanitario nazionale tra cui l’Italia e UK e qualche altra nazione.
2) I cittadini Italiani non devono rispondere al questionario. Per chi avesse risposto non succede nulla, registrano la risposta e finisce lì.
3) Domenico Galletti, informato di quanto sopra ha telefonato ad Allianz ed è riuscito ad ottenere una lettera o un mail scritta che attesti quanto detto a Tavernelli.
A margine, Domenico ha parlato con Franchi a Bruxelles che ha detto che il questionario ha suscitato molto rumore e disappunto in quanto è stata un’iniziativa unilaterale senza essere concordata con i vari board. 
Resto in attesa della copia della mail che Domenica ha sollecitato, per girarvela.
Credo di poter affermare che la questione è conclusa.

“Tanto rumore per niente” … ma questo lo sappiamo solo adesso.

Un saluto a tutti.Andrea

La settimana scorsa ho chiesto a Mr. ARZENI, della Confederazione dei Pensionati NATO e delegato per la regione Italia, un suo parere a proposito dell’ indagine. Riporto, a integrazione di quanto abbiamo già abbondantemente scritto e letto nei giorni scorsi, la sua risposta in merito.

<<Noi abbiamo l’obbligo di rispondere all’indagine che ha proposto l’Alliance su richiesta ufficiale della NATO.

Il mio suggerimento ai Former Staff Members, di cui io ho l’indirizzo di posta elettronica, è stato quello di rispondere che noi siamo iscritti al Sistema Sanitario Nazionale. Infatti, la mail che abbiamo ricevuto ci chiede se siamo iscritti ad un “social security health insurance”. Al meeting dell’ANARCP del 23  maggio u.s., si è discusso sul termine obliged che è scritto nella mail e la conclusione è stata che occorre usufruire del SSN ” where possible “. Quindi non ci viene tolto alcun privilegio ma viene consigliato di usufruire, quando è possibile, del SSN per salvaguardare il RMCF. La tua considerazione di usufruire del SSN per il medico di base e per i medicinali risponde alla loro richiesta. 

Sarebbe utile se tu mi comunicassi i nomi e gli indirizzi di posta elettronica dei colleghi, non più in servizio, di cui tu sei a conoscenza.>>

Quanto sopra magari può fornire qualche “input” a qualcuno che non ha ancora compilato il form.

Arzeni mi ha chiesto di mandargli l’ elenco dei nostri pensionati con relative E-mail. Non vedo niente di pericoloso in questo. Se qualcuno non fosse favorevole me lo faccia sapere.

Grazie

Ezio

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ezio@baglioni

Addio Piero

Oggi mi sento un po’ più orfano con la perdita di Piero Serani.  Non è facile cominciare a parlare di Piero, non si sa da che parte cominciare. Comincio da adesso a vado a ritroso.

In questi anni Piero si era preso l’impegno di coordinare assieme a noi i pranzi dei “ I Saclantici”, lo faceva con grande impegno. Piero era il notaio di tutti noi. Sapeva le date di nascita i numeri di telefono, le mail , meticolosamente registrati nel suo foglio di Excel. Era da lui che arrivavano e si propagavano le buone e le cattive notizie tra i pensionati. Voglio ricordare che Piero nell’assumere questo incarico aveva posto un’unica condizione: tutti sono i benvenuti ai nostri pranzi, nessuno escluso, lasciamo alle spalle le eventuali rivalità che avevamo nel corso degli anni di lavoro. Questo la dice lunga sulla sua visione del mondo e dei rapporti umani. Talvolta poteva sembrare burbero o “incazzoso”, ma alla fine, magari dopo giorni, si scopriva che aveva ragione o che il rimbrotto aveva una vena di saggezza.

Dal punto di vista professionale ha sempre riscosso un grande rispetto e una grandissima professionalità. Molti la lui hanno imparato. Le testimonianze di affetto, sia durante l’ultimo pranzo che dai messaggi sul gruppo dei iSaclantici confermano che tutti gli hanno voluto bene.

Chi di noi ha passato tanto tempo (anni) in mare sia con la Paolina che con l’Alliance o le altre navi ha maturato un legame particolare con i compagni  di avventura, un rapporto molto diverso dal rapporto con i colleghi  del centro che non navigavano. Più di una amicizia era dovuta al fatto che eravamo tutti sulla stessa barca.

Percorrendo il tempo all’indietro quando le comunicazioni erano difficoltose e internet non era nenche ancora pensato, ricordo che ci riunivamo attorno alla radio (come attorno al caminetto) nei due appuntamenti quotidiani per ascoltare tra un gracchiare e l’altro le notizie dal Centro o per mandare messaggi ai nostri famigliari attraverso i nostri colleghi a terra. Vale la pena ricordare Alberto Garibbo, che si prendeva l’incarico di telefonare a casa per riportare le notizie.

Lo stare assieme e talvolta nella stessa cabina rafforzava l’amicizia e nei momenti di sconforto ci si apriva e ci si metteva a parte anche delle nostre disavventure famigliari, dei figli, della moglie che non stava tanto bene ecc. ecc.

Ma non erano sempre momenti tristi, c’erano anche i momenti allegri in laboratori: si lavorava ma si scherzava sempre. Mitiche le discussioni in toscano tra Piero e Enzo Michelozzi, anch’egli scomparso da poco.

Voglio concludere con una frase tipica di Piero quando doveva discutere con qualche collega più giovane: “Oh Bimbo, non vorrai mi’a insegna a far la pippi al tu babbo?”

Ciao Piero, sono sicuro che se ne avrai la possibilità sarai in grado di organizzare un pranzo saclantico anche con quelli che ti hanno preceduto.

Ciao Piero, sarai sempre nei nostri pensieri.